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Pomodoro da industria del nord Italia, punto di metà campagna: lavorato oltre il 50% della materia primaLa visita alla filiera del pomodoro da industria del Nord Italia dell’assessore all’Agricoltura della Regione Emilia Romagna Alessio Mammi è stata l’occasione per un primo bilancio della campagna di raccolta, consegna e trasformazione del pomodoro da industria.

Il presidente dell’Organizzazione interprofessionale del pomodoro da industria del Nord Italia, Tiberio Rabboni, ha spiegato che in base ai riscontri ricevuti da industrie e Op (Organizzazioni di produttori) risulta già lavorato oltre il 50% della materia prima contrattata. Nel bacino del Nord Italia (37mila ettari totali, di cui il 70% in Emilia-Romagna) si sta lavorando a ritmi molto sostenuti un prodotto di qualità con un grado brix di 4,99, sopra la media.

“La campagna 2020 – spiega Rabboni – si sta svolgendo in maniera positiva grazie ad una corretta ed efficace programmazione delle superfici e dei tempi di trapianto, come definiti nel Contratto Quadro Area Nord, secondo gli accordi fra produttori e trasformatori, in risposta alle esigenze dei mercati. La percentuale generale del consegnato è in linea con le previsioni delle parti e con le medie degli ultimi anni. Così pure il grado brix. In alcune limitate situazioni locali la produzione agricola ha registrato qualche difficoltà a causa di anomalie climatiche e del reiterarsi di qualche episodio di Ralstonia Solancearum e ragnetto rosso. Si tratta per fortuna di casi numericamente e quantitativamente limitati. In particolare in alcune circoscritte aree le alte temperature, a partire dal 26 luglio, hanno sottoposto il pomodoro nei campi a condizioni estreme che hanno causato la maturazione in contemporanea delle bacche la cui raccolta era programmata per le tre settimane successive. Questa anticipata maturazione del pomodoro in campo ha reso oggettivamente difficile per gli agricoltori conferire tutto il prodotto maturo alle industrie che per, rispondere alle richieste agricole, stanno operando da giorni al massimo delle loro capacità produttiva. Pertanto per evitare agli agricoltori colpiti da questa anomalia climatica il rischio di grave perdita di reddito l’OI, e poi formalmente le OP e la Regione Emilia-Romagna, hanno chiesto al Ministero delle Politiche Agricole l’attivazione della misura per la mancata raccolta previsti dall’OCM ortofrutticola”.

Nei giorni scorsi il Ministero delle Politiche agricole ha accolto la richiesta e dato il via libera agli indennizzi per gli agricoltori che a causa dell’anomalia climatica non riusciranno a conferire il loro pomodoro agli impianti di trasformazione. La conferma è giunta durante l’incontro tenutosi nella sede dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia a Parma, e poi proseguito con visita allo stabilimento Mutti e sui campi di raccolta, dell’assessore regionale all’Agricoltura dell’Emilia-Romagna Alessio Mammi con il presidente dell’OI Tiberio Rabboni e gli esponenti della filiera del Nord Italia.

Il Ministero ha autorizzato “in via eccezionale e limitatamente alla campagna in corso, nell’ambito delle misure di prevenzione e gestione delle crisi dei programmi operativi, l’attivazione della misura ‘mancata raccolta’ del pomodoro coltivato in pieno campo, destinato alla trasformazione industriale e oggetto di contratti stipulati tra organizzazioni di produttori e industrie di trasformazione”. La Regione Emilia Romagna, in collaborazione con le altre Regioni (Lombardia, Piemonte e Veneto) ha attivato, a tempo record, le procedure necessarie.

Ora le Op che intendono usufruire della misura devono presentare alla Regione competente la modifica del proprio programma operativo e darne contemporanea comunicazione all’organismo pagatore.

 

La dichiarazione dell’assessore Mammi: “Filiera lungimirante. Pieno sostegno dalla Regione”

“Sono onorato di essere stato ospite dell’OI Pomodoro da industria del Nord Italia, un’organizzazione di qualità, una filiera lungimirante che ha una visione di insieme e che coinvolge produttori e trasformatori d’industria – ha dichiarato l’assessore Mammi -. Le istituzioni hanno il compito di agevolare il loro lavoro e promuovere strategie comuni: saremo sempre a disposizione per tutelare il prodotto ‘pomodoro’, le aziende della filiera e i lavoratori. Stiamo attraversando momenti complessi, dovuti al climate change, alle fitopatie, a questo fenomeno pandemico che coinvolge tutto il mondo. A seguito della mancata raccolta per la maturazione precoce, la Regione si è mossa subito in collaborazione con l’OI pomodoro e siamo soddisfatti che siano stati riconosciuti gli indennizzi. Ora l’obiettivo della Regione Emilia- Romagna è rafforzare l’investimento su tre filoni: in primis l’ambito della ricerca e della conoscenza, per individuare risposte innovative sulle necessità e i bisogni delle imprese. Inoltre è necessario impegnarci per aiutare le imprese ad essere competitive, e supportarle negli investimenti in tecnologia e in ambiti strutturali, e supportare la loro capacità di generare reddito. Infine dobbiamo sostenere le imprese sui mercati e sulla promozione, per promuovere gli straordinari prodotti di qualità dell’Emilia Romagna, Dop e Igp. Dobbiamo lavorare insieme per consolidare l’impegno finanziario che l’Ue ha annunciato sul ‘combinato disposto’ Pac e Green New Deal, continuando a mantenere protagonisti i territori, perché la salute e il cibo – come ci ha insegnato il Covid – sono prioritari per le persone, soprattutto se saranno confermati gli studi scientifici che sostengono l’importante incremento nel prossimo trentennio della richiesta di cibo da parte del Pianeta”.

 

Gruppi operativi per l’innovazione per la lotta al ragnetto rosso e il contrasto alla Ralstonia

La visita dell’assessore Mammi alla filiera del pomodoro è stata anche l’occasione per fare il punto della situazione sui Goi (i Gruppi operativi per l’innovazione). Già finanziati (al 70% dalla Regione) ed operativi i Goi che prevedono l’uso delle immagini satellitari per lo studio delle coltivazioni in campo e Idra, il Goi per migliorare la difesa fitosanitaria contro il ragnetto rosso, l’acaro che minaccia la coltivazione del pomodoro da industria.

“Nonostante l’emergenza sanitaria dei mesi scorsi, pur registrando qualche difficoltà – spiega Rabboni – i progetti sono proseguiti, proprio per la strategica importanza dei loro obiettivi. Ora il nostro auspicio è che possa trovare finanziamento anche il Goi per il contrasto della batteriosi Ralstonia Solanacearum utilizzando i fondi europei previsti nell’ambito della proroga dell’attuale Pac al 2021-22”.

 

Le superfici effettive divise per provincia

Questa la suddivisione delle superfici effettive coltivate a pomodoro da industria nel 2020 nelle province del bacino del Nord Italia: Piacenza 10.025 ettari; Ferrara 6.788; Parma 4.238; Mantova 3.998; Alessandria 2.173; Cremona 2.036; Ravenna 1.988; Reggio Emilia 1.111; Modena 867; Verona 838; Pavia 491; Lodi 526; Brescia 603; Rovigo 436; Bologna 320; Cuneo 217; Milano 138. Seguono altre province con valori molto più contenuti.

 

Il profilo dell’OI

L’OI Pomodoro da Industria del Nord Italia è l’Organizzazione Interprofessionale interregionale riconosciuta dal Ministero delle Politiche Agricole nel 2017 e dalla Direzione Generale Agricoltura e Sviluppo Rurale dell’Unione Europea nel 2012. Associa i soggetti economici della filiera del pomodoro del Nord Italia – nello specifico nelle regioni Emilia-Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto e nella provincia autonoma di Bolzano – con ripartizione paritaria dei voti fra la componente di produzione agricola e quella di trasformazione.

In quest’area, ogni anno, sono coltivati circa 37mila ettari di pomodoro da industria con il coinvolgimento di circa 2mila produttori agricoli (raggruppati in 13 Op, organizzazioni di produttori) e 25 stabilimenti di trasformazione (facenti capo a 20 diverse imprese) per la lavorazione di circa 2,5 milioni di tonnellate di pomodoro grazie alle quali è possibile produrre concentrati, polpe e passate.

Scopo dell’OI è quello di rafforzare la posizione competitiva del sistema produttivo del pomodoro del Nord Italia favorendo il confronto, il coordinamento e la cooperazione tra i soggetti della filiera, tenendo conto anche degli interessi dei consumatori finali.

Confagricoltura E. Romagna plaude al via libera agli indennizzi per gli agricoltori danneggiati

«È durante la tempesta che conosciamo il navigatore – dichiara, parafrasando le parole di Seneca, il presidente dei produttori di pomodoro da industria di Confagricoltura Emilia Romagna, Giovanni Lambertini -. Vogliamo dire “grazie” al Ministero delle Politiche Agricole e all’Assessore regionale all’Agricoltura, Alessio Mammi, in visita stamane alla filiera del pomodoro nel Parmense, per l’intervento tempestivo e risolutivo: l’ok sugli indennizzi agli agricoltori danneggiati dalle anomalie del clima. Il nostro plauso va anche all’OI Pomodoro da industria del Nord Italia e alle Organizzazioni di produttori (Op), che hanno serrato le fila a sostegno delle imprese produttrici».

Il Mipaaf ha infatti autorizzato le Op ortofrutticole ad attivare, su richiesta, l’intervento di ‘mancata raccolta’ del pomodoro da industria nell’ambito della Misura 6 dei programmi operativi “prevenzione e gestione delle crisi di mercato”. La procedura è partita, adesso le Op potranno presentare alla Regione la modifica del proprio programma operativo e comunicarlo all’organismo pagatore.

Una risposta veloce, che accoglie le richieste di Confagricoltura, soprattutto per l’Emilia Romagna dove sono oltre 25.300 gli ettari coltivati su un totale complessivo di 37.071 nel bacino del Nord Italia, che include anche Lombardia, Piemonte, Veneto. Qui il caldo eccessivo ha favorito la maturazione in contemporanea delle bacche, rendendo complicato, talora impossibile, il ritiro del pomodoro pronto per la raccolta da parte delle industrie, già operanti al massimo della propria capacità produttiva.

«La catena del valore ha lavorato bene e unita: nessuna programmazione produttiva può vincere le pazzie del clima». Lambertini tiene a sottolineare, in particolare, «l’impegno profuso dalla parte industriale per limitare l’impatto di questa “tempesta perfetta”. Un’annata difficile fin dalla messa a dimora delle nuove piantine, lo scorso marzo, in pieno lockdown, e poi – conclude il produttore piacentino – è proseguita così, tra le avversità meteo e con l’handicap di due stabilimenti attivi in meno, rispetto alla campagna precedente, in grado di soddisfare le richieste di ritiro e trasformazione».

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Foto, da sinistra: Alessio Mammi, Tiberio Rabboni e Maria Chiara Cavallo (segretario OI Pomodoro da industria del Nord Italia)