La Regione Emilia-Romagna, come ribadito anche ieri in occasione della visita del ministro Roberto Speranza agli ospedali piacentini, è ormai prossima al raggiungimento dell’obiettivo sulle terapie intensive fissato dal ministero della Salute dopo la diffusione della pandemia.
Con i suoi 634 posti letto di terapia intensiva già allestiti, e quindi subito attivabili in caso di bisogno – si tratta dell’ultimo dato disponibile, aggiornato a questa mattina -, e i rimanenti in fase di realizzazione, il traguardo da raggiungere per l’Emilia-Romagna è ormai vicinissimo: 641, definito dal dicastero sulla base del rapporto tra numero di cittadini e posti letto (14 posti ogni 100mila abitanti). Rispetto ai pazienti Covid ricoverati a ieri in Emilia-Romagna in terapia intensiva, 61 in totale, risulta occupato circa il 10% dei posti letto della rete regionale.
Anche rispetto all’impiego dei ventilatori polmonari, l’Emilia-Romagna non li ha lasciati inutilizzati, al contrario ha usato il 100% della strumentazione ricevuta dal Commissario.
Dei 634 posti totali, 301 sono quelli di terapia intensiva già dedicati ai pazienti Covid: 129 pronti e in parte utilizzati, ulteriori 128 allestiti e liberi in caso di necessità, a cui se ne aggiungeranno 30 da inaugurare nei prossimi giorni al Policlinico di Modena e 14 al Policlinico Sant’Orsola di Bologna, a completamento del Covid Intensive Care, l’hub regionale di terapia intensiva.
Peraltro, già nella fase del picco epidemico, la scorsa primavera, grazie al piano regionale di rafforzamento e integrazione della rete di terapia intensiva messo a punto insieme alle Aziende sanitarie, l’Emilia-Romagna, tra le regioni più colpite, aveva assicurato la disponibilità di 690 posti, di cui 573 dedicati a pazienti Covid, che nei mesi successivi sono stati riconvertiti al loro precedente utilizzo.
E poiché la pianificazione riguarda sì la terapia intensiva, ma anche l’area non critica, ad oggi in Emilia-Romagna sono già disponibili 668 posti letto Covid. Dotazione che viene costantemente aggiornata, sulla base di una serie di indicatori relativi all’andamento dell’epidemia, per garantire una disponibilità adeguata alla gestione dell’epidemia e delle altre attività sanitarie.