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Reati fallimentari, fiscali e fittizia intestazione di beni. Eseguite 13 misure cautelari personaliNella mattinata di oggi i Finanzieri del Comando Provinciale Guardia di Finanza di Modena hanno dato esecuzione ad un’ordinanza applicativa di misure cautelari personali, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale di Modena dott. Andrea Scarpa – su richiesta della locale Procura della Repubblica diretta dal Procuratore facente funzioni, Dott. Giuseppe Di Giorgio – nei confronti di 13 soggetti (di cui uno in carcere, uno agli arresti domiciliari ed 11 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria), a vario titolo indagati per reati che vanno dalla bancarotta fraudolenta all’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di una serie indefinita di delitti di natura fiscale, fallimentare e trasferimento fraudolento di valori.

Contestualmente è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo d’urgenza finalizzato alla confisca per equivalente fino a concorrenza della somma di circa un milione di euro, corrispondente al profitto dei reati fiscali contestati, oltre che a diverse perquisizioni d’iniziativa in materia di armi nei confronti di taluni indagati.

Le complesse indagini – coordinate dal Sostituto Procuratore, Dott.ssa Claudia Natalini – hanno disvelato un gruppo criminale composto da soggetti di origini modenesi, irsinesi e campane, operanti nelle province di Modena, Reggio Emilia e Parma e dediti all’acquisizione indebita di profitti e vantaggi derivati dal fallimento di aziende in difficoltà. Più in dettaglio, le attività investigative condotte dai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Modena sono state avviate approfondendo il fallimento di un’azienda operante nella bassa modenese mediante attività di intercettazione telefonica ed ambientale, pedinamenti anche attraverso l’uso di sistemi di rilevamento satellitari (G.P.S.), oltre che dallo svolgimento di ampie indagini finanziarie e dall’approfondimento di copiosa documentazione e materiale informativo oggetto di sequestro nel corso delle perquisizioni eseguite nel maggio del 2019.

Gli accertamenti si sono sviluppati lungo due filoni principali. Il primo ha consentito di disvelare e segnalare all’autorità giudiziaria competente i responsabili del fallimento di diverse società, operanti prevalentemente nel settore edile, in relazione alla distrazione del patrimonio aziendale allo scopo di arrecare pregiudizio ai creditori per diverse centinaia di miglia di euro, ed alla sottrazione e distruzione della documentazione contabile in modo da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari dell’azienda fallita. Il secondo filone investigativo ha rivelato l’esistenza di un’associazione a delinquere finalizzata al trasferimento fraudolento di valori a vantaggio del capo dell’organizzazione
criminale – R.A. classe ‘74, noto pregiudicato locale dedito in passato ad attività criminali quali estorsione ed usura, già colpito da misura di prevenzione antimafia, ed in data odierna destinatario della misura coercitiva della custodia cautelare in carcere – ed alla commissione di una serie di reati in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto (quali dichiarazione fraudolenta mediante utilizzo di fatture per operazioni inesistenti nonché mediante interposizioni societarie fittizie ed indebite compensazioni di crediti inesistenti).

Le attività investigative hanno inoltre consentito di accertare la disponibilità di armi da fuoco da parte di alcuni componenti del gruppo criminale oggetto di indagine. Diciannove le persone complessivamente indagate. Dagli accertamenti è emerso che 3 dei 13 soggetti sottoposti a misura cautelare personale, risultano percettori del Reddito di Cittadinanza, avendo dichiarato nelle pertinenti istanze di non essere titolari di alcun tipo di reddito o di percepire redditi irrisori. Nei confronti di tali soggetti sono state avviate le procedure per la revoca del beneficio.

L’operazione descritta si inserisce nella più ampia lotta alle frodi fiscali, ai reati fallimentari ed al connesso reimpiego dei proventi illeciti, condotta quotidianamente dal Corpo in forma integrata tramite le sue proiezioni investigative ed operative, per tutelare, attraverso il fermo contrasto alla criminalità economico-finanziaria, la collettività – promuovendo nel contempo un’adeguata educazione finanziaria – l’economia legale e il sano funzionamento del tessuto produttivo, quale unico volano dell’economia del Paese, soprattutto in questo momento di particolari difficoltà.