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Scoperti a Reggio Emilia 28 cinesi all’interno di un laboratorio tessile adibito a dormitorioNella giornata di ieri, in seguito ad una segnalazione anonima al 113 da parte di una voce proveniente da un nastro registrato che diceva “Ciao Reggio Emilia sono in via Zatti Grado 7, sono senza permesso di soggiorno… aiuto!”, gli agenti della Polizia di Stato sono intervenuti presso una palazzina di due piani dove all’interno era presente un laboratorio tessile per il confezionamento di tute monouso di colore bianco, con 21 postazioni di lavoro singole dotate di altrettante macchine da cucire, in gestione Da cittadini cinesi.

Una volta all’interno della struttura, gli agenti hanno riscontrato la presenza di 28 cittadini cinesi che fornivano la loro manodopera e, per i quali sono stati effettuati i dovuti accertamenti per verificare la regolarità della loro presenza sul territorio nazionale.

Di queste ventotto persone, ventidue risultavano in possesso di regolare permesso di soggiorno mentre sei risultavano sprovviste di qualsivoglia documento di identificazione pertanto, al termine degli accertamenti, venivano accompagnate presso gli uffici della Questura.

Al termine degli accertamenti, quattro risultati regolari venivano congedati mentre due risultavano irregolari sul territorio nazionale e quindi venivano deferiti in stato di libertà per la violazione dell’art 10 bis legge 286/98 (ingresso e soggiorno illegale nel territorio dello stato).

Il laboratorio che fungeva anche da dormitorio, versava in uno stato fatiscente e di completo degrado, privo di qualsiasi condizione igienico sanitaria idonea, non a norma anche in violazione delle norme vigenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da covid 19.

In particolare da un’apertura laterale senza porta si aveva modo di accedere ad un vano dove erano state ricavate due camere da letto così come altre due camere da letto nel piano immediatamente superiore a cui si poteva liberamente accedere in quanto privo di porte e/o comunque aperte. Al piano seminterrato si riscontrava la presenza di servizi igienici in fatiscenti condizioni sanitarie cosi come le camere sopra descritte. Altri vani e camere in analoghe condizioni igienico-sanitarie precarie si riscontravano al piano superiore del magazzino dal quale era possibile liberamente accedere tramite una scala a chiocciola interna.

Sul posto interveniva anche il comando provinciale dei vigili del fuoco e della Polizia locale.

Gli agenti della Squadra mobile, intervenuti sul posto, provvedevano a sentire i dipendenti e il titolare dell’azienda. Al termine degli accertamenti, quest’ultimo, x.b., classe ’73, incensurato, veniva deferito alla procura della Repubblica, presso il Tribunale di Reggio Emilia, ai sensi dell’art.12 comma 5 del testo unico sull’immigrazione (favoreggiamento dell’immigrazione clandestina).

La ditta di confezione veniva anche diffidata nell’immediatezza, dal comando provinciale vigili del fuoco, a provvedere alle adeguate opere di manutenzione e riparazione, rendendo necessario anche il ripristino delle condizioni di sicurezza in caso di emergenza.

La segnalazione anonima giunta in sala operativa è stata chiaramente interpretata dagli agenti operanti come una richiesta di aiuto di uno dei dipendenti della ditta tessile, presumibilmente stanco della situazione di sfruttamento.