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L’Istituto Comprensivo di Ventasso e Vetto avvia un innovativo Patto di comunità per tutelare continuità e qualità della scuola in montagnaNei giorni scorsi, nella sede di Busana dell’Istituto Comprensivo “Ludovico Ariosto” di Ventasso e Vetto, i Sindaci di Ventasso, Antonio Manari, e di Vetto, Fabio Ruffini, hanno sottoscritto insieme alla Dirigente Scolastica Nadia Costi un “Patto di comunità” inerente proprio l’assetto scolastico e didattico dei prossimi anni.

Affermano i Sindaci Manari e Ruffini: “Questo patto rappresenta un documento importante e innovativo, che intende essere propedeutico a un nuovo modulo di didattica. Un modulo che prenda in considerazione la situazione attuale della demografia in montagna e l’andamento dei prossimi anni. Assistiamo purtroppo ad un calo degli iscritti perché ci sono meno bambini residenti sul territorio, abbiamo quindi avviato questo percorso che coinvolge anche l’Ufficio Scolastico Territoriale di Reggio Emilia e guarda ai progetti nazionali sulla scuola, per avere comunque continuità e qualità didattica garantita”.

“I patti di territoriali e di comunità – spiega la Dirigente Nadia Costi – si basano su un approccio partecipativo e solidale di tutta la società, e sono mezzi per siglare alleanze territoriali tra scuole, enti locali, soggetti del terzo settore e del civismo attivo. Si configurano quindi come veicoli per perseguire il bene comune dell’istruzione e ricucire la coesione sociale. Uno strumento per costruire collaborazioni più forti tra scuola, amministrazioni comunali, enti pubblici e privati, associazioni, società sportive, parrocchie, genitori e ragazzi, che si impegnano a dialogare in un’ottica di rete educativa, nel rispetto di ruoli e specificità”.

Il progetto Piccole scuole di Montagna ha tra le proprie finalità contenere e contrastare il rischio di isolamento e di svantaggio educativo potenzialmente insito nelle Aree Interne e territorialmente decentrate; costruire una rete territoriale che sopperisca ai limiti legati alle caratteristiche del contesto; accrescere il senso di appartenenza alla comunità e capacità di mettersi al servizio della comunità stessa da parte di tutti gli attori coinvolti; attivare funzioni di protezione delle fasce deboli; contenere il divario sociale; arricchire il curriculum scolastico; riequilibrare le opportunità formative, ulteriormente compromesse dalla situazione Covid. Per monitorare lo sviluppo del progetto sarà attivata una “cabina di regia” composta da referenti di tutti gli interlocutori coinvolti, che possa anche fornire strumenti per dare continuità alle azioni avviate.
Si punta inoltre a individuare forme di finanziamento, pubbliche e private, per la realizzazione di progettazioni condivise a beneficio della comunità, mantenendo attenzione costante alla sostenibilità dei programmi.
I Comuni si impegnano a fornire mezzi e risorse necessarie allo svolgimento dell’attività e del servizio, ad esempio attraverso la messa a disposizione gratuita degli spazi di propria competenza che vengano individuati come luoghi utili a svolgere attività, percorsi, laboratori, inoltre ad organizzare in modo flessibile i trasporti scolastici per garantire la partecipazione ai percorsi laboratoriali, ad attivare una connessione Internet tramite fibra per garantire un contatto stabile in streaming tra le diverse realtà dell’istituto e del territorio, a compiere gli investimenti necessari in termini di arredi e strumenti.
“Per noi si tratta di un progetto cardine su cui costruire il futuro dei nostri territori – concludono Manari e Ruffini – perché se parliamo di dare prospettive alla montagna, alle famiglie che vogliono vivere qui, ai ragazzi e ai giovani, non possiamo non partire dalle scuole e dalla tutela della loro qualità”.