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“Allattiamo insieme”, tanti eventi in Emilia-Romagna per la Settimana mondiale dell’allattamento che parte domani“Indossa una maglietta bianca e vieni anche tu ad allattare”. È l’invito aperto a tutte le mamme in tanti spazi dell’Emilia-Romagna, dove da domani, venerdì 1 ottobre, e fino al 7 sono in programma eventi, incontri, mostre e il flashmob regionale Allattiamo insieme, giunto alla nona edizione. L’iniziativa, promossa dalla Regione per la Settimana mondiale dell’allattamento, è organizzata in collaborazione con le Aziende sanitarie, i centri per le famiglie e le associazioni di volontariato. E, nonostante la pandemia, i dati sulle mamme che allattano in Emilia-Romagna continuano ad essere positivi: nel 2020 sono state il 57% a tre mesi dal parto, il 47% a cinque mesi.

I flashmob e gli altri eventi

Da domani e per tutta la prima settimana di ottobre piazze, parchi e sale di tutte le province dell’Emilia-Romagna ospiteranno mamme che allattano i propri bambini, nel rispetto delle regole previste dall’emergenza sanitaria. A disposizione per fornire informazioni e rispondere alle domande ci saranno referenti dei gruppi di sostegno, ostetriche dei consultori e professioniste dei centri per le famiglie. Per l’occasione saranno inoltre organizzate consulenze e conferenze on line, passeggiate, letture, confronti con gli esperti, mostre, incontri pubblici. Il programma completo delle iniziative per la Settimana mondiale dell’allattamento, che in alcuni casi richiedono la prenotazione, è disponibile sul sito ER Salute: https://url.emr.it/ya860p5t

La protezione, il tema della Settimana mondiale

“La protezione dell’allattamento, una responsabilità da condividere”: è il tema attorno al quale ruotano quest’anno i festeggiamenti della Settimana Mondiale dell’allattamento, ribadendone l’importanza per la salute delle mamme e dei bambini. A confermarlo anche l’Organizzazione mondiale della sanità che raccomanda l’allattamento come misura di salute pubblica. Per ogni mamma che stia allattando e abbia bisogno di aiuto, i riferimenti sono il consultorio familiare, il punto nascita, il pediatra di famiglia, i centri per le famiglie e i gruppi locali di sostegno dell’allattamento.

I dati in Emilia-Romagna

In Emilia-Romagna la pandemia da CoVID-19 non ha avuto un evidente impatto sui tassi di allattamento, che sono rimasti stabili, come media regionale, come evidenzia il Rapporto annuale sulla prevalenza dell’allattamento in Emilia-Romagna.

I dati raccolti, relativi a 36.825 bambini e bambine, mostrano che nel 2020 l’allattamento completo, senza aggiunta di latte artificiale, è stato praticato dal 57% delle donne a tre mesi dal parto (stabile rispetto al 2019) e dal 47% a cinque mesi (in miglioramento rispetto al 2019).

Tuttavia, nelle classi più vulnerabili si sono osservate lievi flessioni che riguardano i tassi di allattamento a 5 mesi (circa 2 punti percentuali in meno rispetto all’anno precedente).

Il sistema di monitoraggio e un nuovo studio in cantiere

L’Emilia-Romagna è tra le poche regioni in Italia a rilevare annualmente la prevalenza dell’allattamento, con indagini condotte al momento della vaccinazione. I risultati che emergono sono la testimonianza dell’impegno dei servizi sul territorio e della priorità data al sostegno alle mamme che vogliono allattare.

Il sistema di monitoraggio ha funzionato bene anche durante la pandemia e il numero di osservazioni fatte è solo di pochissimo inferiore a quelle dell’anno precedente. Anche la rete territoriale di sostegno all’allattamento non è venuta meno, offrendo soluzioni alternative e flessibili, come l’attivazione di consulenze on line proposte da centri per le famiglie, associazioni, consultori e pediatri; soluzioni che hanno permesso di raggiungere buoni risultati nonostante i lunghi periodi di lockdown.

Per capire come le donne e le famiglie abbiano vissuto il loro avvio di genitorialità durante la pandemia da CoVID-19 e comprenderne i mutamenti, la Regione ha pianificato uno studio qualitativo, che permetterà di conoscere le dinamiche attivate dalle singole donne, dalle famiglie, dalle comunità e dai servizi sanitari, socio-sanitari ed educativi.