Un deciso, ulteriore passo avanti per la sanità dell’Area Nord modenese, all’insegna della qualità del percorso di cura e assistenza del paziente, dell’ampliamento dei servizi e di una sempre più stretta collaborazione ospedale-territorio.
All’ospedale Santa Maria Bianca di Mirandola nascono, infatti, la Terapia semintensiva multidisciplinare dedicata alla gestione dei pazienti complessi e l’area di degenza di medicina a indirizzo cardiovascolare, con complessivamente otto nuovi posti letto. Avviata anche, nello stesso nosocomio, una nuova area diurna internistica, pensata per i pazienti che, dopo la dimissione, necessitano ancora di una rivalutazione clinica, perché pluripatologici e considerati ad alto rischio di re-ospedalizzazione.
Le novità sono state presentate questa mattina, in occasione dell’inaugurazione del nuovo reparto di Terapia semintensiva multidisciplinare, realizzato grazie a un investimento di 300mila euro finanziato con risorse regionali.
Al taglio del nastro erano presenti la sindaca di Mirandola, Letizia Budri, i sindaci dei Comuni dell’Area Nord e il Presidente dell’Unione Claudio Poletti, il direttore generale dell’Azienda Usl di Modena, Mattia Altini, la direttrice sanitaria, Romana Bacchi, il direttore amministrativo, Luca Petraglia, e la direttrice del Distretto di Mirandola, Annamaria Ferraresi. Insieme a loro, la direttrice del Presidio Ospedaliero, Giulia Ciancia, Giuseppe Licitra e Anna Manduchi della Direzione sanitaria del Santa Maria Bianca, i direttori delle unità operative che operano nei nuovi servizi, Fabio Gilioli (Medicina Interna), Alessandro Pignatti (Rianimazione), Carlo Ratti (Cardiologia) e Alessandro Andreani (Pneumologia).
La Terapia semintensiva multidisciplinare è una nuova area a più elevata intensità di cura con quattro posti letto monitorati, destinata a pazienti con quadri clinici complessi: internistici (ad esempio scompenso cardiaco severo, insufficienza respiratoria con ventilazione non invasiva) e post-chirurgici fragili, che necessitano di un monitoraggio multiparametrico e di una gestione integrata tra internisti, pneumologi e anestesisti. L’unità dispone, tra l’altro, di impianti per la gestione di flussi d’aria a pressione negativa, con l’obiettivo di contenere il rischio infettivo. Il decorso medio sarà breve (indicativamente 3-5 giorni), contribuendo a migliorare i flussi di pazienti nell’ospedale.
L’area di degenza di medicina a indirizzo cardiovascolare è in continuità con la degenza pneumologica. Sono stati attivati altri quattro posti letto destinati a pazienti con prevalente sintomatologia cardiovascolare, spesso con comorbidità e necessità di telemetria Ecg. Il percorso diagnostico-terapeutico sarà deciso quotidianamente dall’equipe di cardiologi e internisti.
La nuova area diurna internistica per il post-dimissione ad alto rischio clinico rappresenta un innovativo servizio di raccordo tra ospedale e territorio. Il progetto, realizzato in collaborazione tra l’Azienda Usl e l’Azienda servizi alla persona di Mirandola, intende dare continuità assistenziale ai pazienti dimessi dall’ospedale ma valutati ‘ad alto rischio’ di riacutizzazione o ri-ospedalizzazione. Grazie a un protocollo integrato, la presa in carico coinvolge la Centrale operativa territoriale, l’assistenza domiciliare, l’infermiera di Comunità, i professionisti del reparto di Medicina Interna e il medico di medicina generale. Il percorso prevede: attivazione della Centrale operativa territoriale, invio al domicilio entro 7 giorni di un professionista sanitario per valutazione iniziale, monitoraggio telefonico da parte dell’équipe infermieristica, visita ambulatoriale entro 15-20 giorni, valutazione del medico di medicina generale e, a circa un mese dalla dimissione, un raccordo finale tra tutti i professionisti coinvolti per definire percorsi di cura specifici.
Le dichiarazioni
“Quello di oggi è un traguardo importante, frutto di un percorso atteso e condiviso- afferma l’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi-. L’attivazione delle nuove aree rappresenta un investimento strategico per rafforzare ulteriormente l’ospedale di Mirandola come presidio capace di rispondere in modo sempre più efficace, tempestivo e completo ai bisogni di salute della comunità. Con il potenziamento dell’offerta assistenziale puntiamo a consolidare una rete ospedaliera fondata sulla valorizzazione delle specificità di ogni presidio e sull’eccellenza professionale degli operatori. Un sistema di integrazione ospedale-territorio, quello che stiamo realizzando nell’Area Nord, che guarda al futuro della sanità pubblica emiliano-romagnola: un sistema capace di innovare e di crescere restando saldamente radicato nella comunità e nei suoi bisogni di salute”.
“Con questi nuovi servizi- sottolinea il direttore Altini- facciamo un passo importante nel percorso di evoluzione dell’Ospedale di Mirandola, in coerenza con il progetto di integrazione della sanità dell’Area Nord. Stiamo costruendo una rete ospedaliera sempre più complementare, nella quale Mirandola e Carpi rafforzano le proprie specifiche vocazioni e si integrano in un sistema capace di garantire ai cittadini una risposta efficace e di qualità, vicina ai bisogni di salute del territorio. La nuova terapia semintensiva, l’area di medicina a indirizzo cardiovascolare e il progetto di continuità assistenziale post-dimissione rappresentano un modello di sanità moderna, che unisce innovazione clinica, competenze multidisciplinari e collaborazione tra ospedale e territorio. È questa la direzione verso cui stiamo andando: una sanità integrata, che valorizza le professionalità e mette al centro la persona e il suo percorso di cura”.
“L’apertura della nuova Terapia semintensiva multidisciplinare- dichiara la sindaca di Mirandola Budri- e dei nuovi servizi clinici rappresenta un passo significativo nel percorso di consolidamento del ruolo centrale dell’Ospedale Santa Maria Bianca, presidio di riferimento per tutti i cittadini dell’Area Nord della provincia di Modena. Mirandola si conferma snodo strategico e affidabile della rete sanitaria provinciale, capace di coniugare innovazione, qualità delle cure e integrazione con il territorio. Come Amministrazione continueremo a vigilare con determinazione affinché il rafforzamento del nostro ospedale prosegua in modo concreto e costante, nell’interesse dell’intera comunità. Il Santa Maria Bianca è, e deve rimanere, un punto fermo della sanità pubblica modenese: un presidio strategico che mette al centro la persona, la prossimità e la cura come valori fondanti del nostro territorio”.
“Oggi abbiamo una volta di più la conferma di come l’integrazione dei servizi sanitari dell’Area Nord sia un fatto concreto- spiega il presidente dell’Unione Comuni Modenesi Area Nord e sindaco di Finale Emilia, Poletti-. Si tratta di un secondo importante passo, dopo il potenziamento del Pronto Soccorso, nell’ambito del progetto sanitario per il sistema nord modenese, di cui si è tanto parlato in questi giorni, che attiverà una gestione territoriale della salute pubblica sempre più integrata, condivisa e partecipata, grazie anche al lavoro del Comitato interdistrettuale che si andrà a costituire. L’obiettivo sarà quello di offrire alle comunità locali una sanità con standard di qualità elevati e sempre più vicina alle persone”.
