L’Appennino emiliano-romagnolo, con una estensione di 9.458 kmq, pari ad oltre il 40% della superficie dell’Emilia-Romagna, è una grande ricchezza per l’intera Regione in termini ecologico- ambientali, sociali, culturali, economici, paesaggistici. La presenza umana è la condizione indispensabile per mantenere e migliorare la vitalità dell’Appennino in ottica di sostenibilità̀ complessiva: creare lavoro e generare reddito in maniera duratura, garantire condizioni di benessere, preservare nel tempo l’ambiente e le funzioni da esso svolte.
In questo contesto si inserisce la nuova offerta formativa proposta dal Network delle Università̀ della Regione Emilia-Romagna (Modena e Reggio Emilia, Bologna, Ferrara, Parma, Politecnico di Milano e Cattolica per le loro sedi di Piacenza), UNIAPPENNINO, guidato da Unimore sotto la direzione del prof. Emiro Endrighi.
All’interno dei nuovi scenari geopolitici, ambientali, tecnologici, il paradigma dello sviluppo sostenibile, anche nella declinazione dell’Agenda 2030 dell’ONU e dei suoi diciassette obiettivi strategici, modifica le opportunità̀ dei vari territori, ridisegna il ruolo dei vari fattori e riorienta attività̀ e comportamenti. I territori appenninici possono così riacquisire vitalità in sé, oltre che importanza di tipo funzionale rispetto alle zone urbane e rurali di pianura.
Si rende necessario combattere l’isolamento dell’Appennino promuovendo processi di scambio e di ibridazione a vasto raggio, allo scopo di accrescere le competenze del capitale umano dell’Appennino per innescare processi virtuosi di crescita e progresso.
Il valore di un territorio, a maggior ragione se fragile come l’Appennino, si gioca, oggi più di ieri, sulla capacità di sviluppare competenze in grado di promuovere in ottica dinamica processi manageriali, assetti organizzativi aziendali e territoriali, interrelazioni globale-locale capaci di valorizzarne il patrimonio.
Questi obiettivi saranno perseguiti mediante attività didattiche e di ricerca progettate e realizzate assieme a tutte le realtà territoriali, come spiega il prof. Emiro Endrighi di Unimore – “Affinché questo territorio mantenga e migliori i suoi aspetti qualificanti è necessario invertire i processi che stanno indebolendo l’Appennino emiliano-romagnolo come l’abbandono delle coltivazioni, il rimboschimento selvaggio, il non governo delle acque e dei terreni ad alto potenziale franoso, le carenze infrastrutturali e di servizio alle imprese che ne appesantiscono le potenzialità̀ di sviluppo e riducono le opportunità̀ di lavoro, i limiti nei servizi alle persone e alle comunità̀ che intaccano il livello di welfare e la qualità della vita di chi intende vivere in queste zone, la non adeguata valorizzazione delle produzioni locali, dei siti storico-culturali, delle risorse naturali e dei paesaggi che penalizza sia le opportunità̀ imprenditoriali – in campo agroalimentare, artigianale, turistico – che il benessere e ben vivere”.
“E’ la prima volta – tiene a precisare il prof. Emiro Endrighi – che viene attivato un progetto di questo tipo e ciò grazie sia alla sensibilità e disponibilità di molti colleghi sia all’attenzione della Regione Emilia-Romagna verso il territorio appenninico e all’importanza delle conoscenze e competenze specifiche per il suo sviluppo. È un percorso impegnativo che vogliamo condurre nel migliore dei modi, in collaborazione con tutti i soggetti privati e pubblici che hanno interesse allo sviluppo sostenibile (in termini economici, sociali e ambientali) dell’Appennino.”
Le proposte formative del Network delle Università dell’Appennino contemplano Master e Corsi di Perfezionamento, Corsi di aggiornamento professionale, Summer School, cicli di seminari di aggiornamento e approfondimento tutti caratterizzati da un approccio integrato allo sviluppo sostenibile del territorio appenninico.
“La buona conoscenza delle condizioni e problematiche generali – conclude il prof. Emiro Endrighi – così come riflessioni e concettualizzazioni riguardanti lo sviluppo sostenibile e i relativi diversi approcci, l’adeguata dimestichezza con i metodi e gli strumenti della programmazione territoriale e della democrazia partecipata declinate su questi territori, costituiscono componenti fondamentali nella preparazione dei professionisti, indispensabili per l’implementazione di strategie di sviluppo sostenibile dell’Appennino. Su queste si innestano le competenze settoriali e disciplinari declinate alle specificità di tali aree”.
A fine agosto si terranno le prime due iniziative di ALFONSA: le Summer School “Piante aromatiche e oli essenziali in Appennino: coltivazione, produzione e impieghi” di cui è referente la prof.ssa Stefania Benvenuti di Unimore e “Suoli dell’Appennino e Sequestro di Carbonio: casi di studio utilizzando R e GIS” di cui è responsabile la prof.ssa Livia Vittori dell’Università di Bologna, mentre in autunno si terrà il corso di aggiornamento “Approcci e strumenti innovativi per lo sviluppo locale” con responsabile il prof. Alessio Malcevski dell’Università di Parma.
Per tutte le iniziative visitare il sito https://alfonsa.unimore.it/
Il progetto ALFONSA si rivolge a: diplomati, neo-laureati e studenti universitari interessati a perfezionarsi professionalmente sui temi che attengono allo sviluppo sostenibile dell’Appennino, Amministratori, Dirigenti e Tecnici delle amministrazioni locali, Amministratori e tecnici di organismi ed enti territoriali (GAL, Enti di Bonifica, Parchi), Liberi professionisti, Insegnanti delle scuole di diverso ordine e grado, Esponenti, dirigenti e tecnici delle Associazioni imprenditoriali, Esponenti e tecnici delle Associazioni culturali.