“In questi giorni di crescita della curva epidemiologica ho avuto occasione di confrontarmi con vari medici di base ed a seguito dei ragionamenti fatti, ritengo che l’ipotesi della creazione di un ambulatorio Covid sovracomunale sia superata: ormai ogni studio dei medici di base è già di fatto un ambulatorio Covid, dove si applicano tutte le precauzioni necessarie a contenere l’infezione.
Quello che serve, in questo momento, è la diagnosi precoce a casa del singolo potenziale malato.
Per questo occorre dare un supporto operativo concreto ai medici di base: solo così si potrà evitare il collasso degli ospedali, rendendo protagonista il medico di famiglia come principale operatore delle diagnosi a domicilio. Serve che si mettano a loro disposizione dei kit per i test veloci, invece di tenere in piedi una procedura che richiede molto più tempo.
Potenziare il loro ruolo non significa solo mettere a disposizione tutti gli strumenti e le protezioni adeguate, ma anche rafforzare il rapporto con i distretti sanitari. Ad oggi vedo poco ascolto nei confronti dei medici: c’è una distacco insensato tra questi due ambiti. Il Comune di Casalgrande ha fatto la sua parte, prima distribuendo ai medici dei dispositivi di protezione individuale e poi chiedendo una linea di contatto tra i medici e Ausl disponibile e funzionante 24 ore su 24; ma non ci fermeremo qui, faremo il possibile perché questi nostri ‘angeli custodi’ non siano lasciati a loro stessi.
Concludendo non si capisce perché, pur andando verso la saturazione delle strutture ospedaliere, non si possano utilizzare soluzioni flessibili aggiuntive, come gli ospedali da campo e medici militari, già peraltro impegnati in diversi contesti internazionali.
Il nostro Comune è pronto, fin da subito, a mettere a disposizione gli spazi adeguati per eventuali soluzioni del genere, prima di arrivare a situazioni nelle quali non sia più possibile erogare adeguata assistenza medica”.
Così il sindaco di Casalgrande, Daviddi sul tema dei medici di base.