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In vista del 25 novembre il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna diffonde una valutazione dei dati parziali al 31 ottobreIl 25 novembre è la giornata internazionale per il contrasto alla violenza contro le donne. In occasione di questa giornata, come ogni anno, il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell’Emilia-Romagna diffonde i dati parziali, aggiornati al 31 ottobre 2022. Scegliamo di pubblicare i nostri dati per ricordarci che il 25 novembre è una giornata di lotta, che si inserisce in una storia d’impegno quotidiano e decennale dei nostri Centri aderenti.

I dati sugli accessi ai Centri del Coordinamento ci mostrano un aumento delle “donne in percorso” rispetto al 2021, dovuto ad un incremento dei percorsi superiori ad un anno. Il dato evidenzia, da un lato, la determinazione delle donne nel portare a termine il progetto di fuoriuscita dalla violenza, ma, dall’altro, riflette un aumento dei casi di violenza più gravi, che solitamente comportano iter di emersione  più lunghi. Aumenta, inoltre, la percentuale delle donne che hanno subito violenza sessuale, un dato di difficile interpretazione, poiché sappiamo che l’incremento dei casi registrati non sempre corrisponde ad un maggiore numero di reati, ma spesso riflette il dato positivo di una maggiore emersione del fenomeno, generalmente caratterizzata da un forte sommerso.

La violenza di genere riempie ancora troppo spesso le pagine di cronaca nera. I femminicidi si sono ripetuti con progressione impressionante, anche solo nelle ultime due settimane. L’ultima donna uccisa è stata ritrovata, bruciata, nel bagagliaio della propria auto venerdì scorso, nel modenese. In questi giorni il nostro pensiero va anche a Saman Abbas, il cui corpo sembra essere stato ritrovato dopo oltre un anno di ricerche.

È fondamentale creare spazio e risorse affinché la violenza sia riconosciuta in tempo utile, perché le donne possano denunciare senza paura e liberarsene. Riconoscere la violenza di genere significa parlarne nei giusti termini, fornire strumenti a tutti gli attori coinvolti – dalla polizia alle istituzioni – perché possano offrire risposte adeguate; significa evitare la vittimizzazione secondaria nei percorsi giudiziari e nella narrazione della violenza resa dalla stampa.

Oggi, nel presentare i dati relativi agli accessi ai 15 centri del Coordinamento nel 2022, vogliamo ribadire che la violenza sulle donne è un fenomeno che va contrastato fin dalle sue radici, nella struttura patriarcale su cui si fonda, con interventi diffusi e capillari ed una disponibilità al cambiamento che vada oltre le frasi di circostanza.

Le donne che si sono rivolte ai 15 Centri antiviolenza del Coordinamento regionale dal 1 gennaio al 31 ottobre 2022 sono state complessivamente 3766. Di esse 3550 donne (94,0%) hanno subito violenza. Le donne nuove vittime di violenza, ovvero le donne che si sono rivolte per la prima volta ad un Centro antiviolenza, sono state 2451 nello stesso periodo, mentre le donne in percorso da anni precedenti sono state in totale 1099.

Rispetto al 2021, aumentano le donne in percorso da anni precedenti, mentre diminuiscono di poche unità le donne nuove che subiscono violenza. Un dato che indica, in generale, una maggiore durata dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza. A partire dall’esperienza dei Centri antiviolenza, questo può essere letto come indicatore di due fenomeni. Da una parte, la lunghezza dei percorsi di fuoriuscita dalla violenza dipende in larga parte dalla gravità della situazione, ed un allungamento dei tempi riflette quindi un generale incremento della gravità* e/o complessità delle situazioni di violenza, o una più alta difficoltà nel raggiungere autonomia abitativa . D’altra parte, è indicatore della maggiore determinazione delle donne ad uscire dalla violenza e a portare a compimento i percorsi.

Considerando solo le donne nuove che hanno subito violenza, le donne nate in Italia risultano pari al 62%; le donne non nate in Italia il 38%, un dato evidentemente molto al di sopra della presenza percentuale delle donne non nate in Italia nella nostra regione, che indica quindi una maggiore fragilità delle donne nate in altri Paesi nei termini di una minore disponibilità di risorse e di una rete familiare e amicale di sostegno. Le donne con figli/e sono il 71,8%, le donne senza figli/e il 28,2%.

Il 50% dei figli/e delle donne nuove accolte ha subito violenza diretta o assistita.

Per quanto riguarda la tipologia di violenza subita, e tenendo presente che la stessa donna può subire diverse forme di violenza, nel 2022 le donne che subiscono violenza fisica sono pari al 64%, le donne che subiscono violenza economica sono il 40,9%, le donne che subiscono violenza sessuale sono pari al 27,0%, le donne che subiscono violenza psicologica sono l’88%. Rispetto al 2021, aumenta di alcuni punti percentuali il numero delle donne che subiscono violenze sessuali.

Si tratta di un dato significativo ma di difficile interpretazione, e che sarà importante monitorare nel tempo per verificarne la persistenza e la rilevanza. Attualmente, non è possibile sapere se questo aumento rifletta un effettivo aumento delle donne che subiscono violenze sessuali nella regione.  Potrebbe trattarsi infatti di un aumento delle donne – soprattutto giovani – che avendo subito questa forma di violenza riconoscono nel Centro antiviolenza un luogo capace di dare loro aiuto e sostegno; così come il dato potrebbe essere indicatore di una maggiore disponibilità delle donne che subiscono violenza da partner o ex partner a parlare di questa forma di violenza e/o una maggiore attenzione delle operatrici nel rilevare questa forma di violenza nella relazione con le donne accolte. In generale, quando parliamo di dati relativi alla violenza sulle donne, e dei dati raccolti all’interno dei centri antiviolenza trattarsi della punta di un iceberg, che l’ISTAT nel 2015 ha rilevato pari al 4,9% di tutte le donne che subiscono almeno un atto di violenza fisica o sessuale nell’arco della vita Certamente si tratta di un indicatore da tenere monitorato.

Le donne ospitate dal 1 gennaio al 31 ottobre 2022 sono state 283, con un aumento di 22 punti percentuali rispetto all’anno precedente (nel 2021 erano state 232); i figli/e sono stati 261, con un aumento di 9 punti percentuali rispetto all’anno precedente (nel 2021 erano stati 240) per un totale di 544 donne e bambini/e ospitati. Le notti di ospitalità sono state in totale 48.268, in media 89 notti per donna e figli/e ospitati.